Diventare imprenditori? Una questione di metodo
Per diventare imprenditori servono senz’altro una certa abilità e particolari attitudini, ma il talento personale non basta. Ottenere il successo imprenditoriale è soprattutto una questione di metodo. Di solito, l’aspirante imprenditore ha maturato una propria competenza tecnica, una professionalità specifica. Ma possedere una forte spinta motivazionale e conoscere il mestiere non sono attributi sufficienti per costruire un’impresa di successo. Una formazione di base in ambito economico e di marketing, unita ad una rigorosa capacità di pianificazione e applicazione di principi gestionali, sono elementi irrinunciabili anche per chi ha tra le mani una grande idea. Quindi, in aggiunta a passione, fantasia e abilità, il futuro imprenditore deve:
• analizzare le capacità possedute ed esplorare lo scenario di mercato in modo scrupoloso, verificando la fattibilità tecnica, finanziaria e giuridica del proprio progetto d’impresa;
• attraverso un accurato businnes plan, pianificare azioni, organizzare mezzi e risorse a disposizione, definire ruoli e prendere le decisioni necessarie per raggiungere l’obiettivo principale, che è realizzare nella realtà il proprio sogno d’impresa;
• attuare una strategia di mercato vincente, studiando i potenziali clienti, allo scopo di attirarli offrendo una risposta in linea con le loro esigenze e creando nuovi bisogni.
Alla fine del percorso sarà possibile stabilire se conviene realizzare il progetto oppure no. Uno dei più frequenti fattori di insuccesso è infatti l’improvvisazione, che spesso nasce sull’onda di un entusiasmo troppo ingenuo o dalla mancanza di conoscenze adeguate in ambito economico. Gli effetti di una partenza da sprovveduti si pagano cari, con il rischio di non vedere mai più realizzata la propria idea, per valida che possa essere.
Conoscere sé stessi
Per sapere se siamo “tagliati” per fare gli imprenditori, dobbiamo prima di tutto definire le qualità che un imprenditore deve possedere, tenendo presente che comunque si tratta di requisiti necessari ma non sufficienti per ottenere il risultato desiderato. Vediamo di seguito una sintesi dei tratti attitudinali più importanti alla base del lavoro in proprio:
• disponibilità a mettersi in gioco, ad assumersi responsabilità e rischi;
• disponibilità ad investire energie e tempo nel proprio progetto d’impresa, accettando di sconvolgere le proprie abitudini personali, i rapporti famigliari e rinunciando ad una buona dose di tempo libero;
• capacità di visione, non solo in relazione ad un prodotto o alle esigenze del mercato, ma rispetto ad una certa “filosofia” imprenditoriale, intesa come formula vincente;
• capacità di trasmettere la propria visione agli altri, motivandoli verso un obiettivo comune;
• capacità di gestire lo stress, mediare e risolvere conflitti, sempre in vista di un risultato.
Se ci identifichiamo nella maggior parte delle caratteristiche indicate qui sopra, allora possiamo dire di essere predisposti per fare gli imprenditori.
Mercato e concorrenza
Diventare imprenditori non è solo una questione soggettiva. Perché l’impresa abbia successo entrano in gioco anche elementi oggettivi legati al mercato di riferimento, alla quantità e alle caratteristiche dei concorrenti, alle fonti di finanziamento, al posizionamento di mercato, ecc. È dunque indispensabile allargare la propria indagine al mercato di riferimento, ai potenziali concorrenti e alle risorse a disposizione. Sono tante le domande che ci dobbiamo porre:
• In quale zona vogliamo operare?
• Quanti e quali sono i concorrenti?
• Abbiamo già un elenco di potenziali clienti, oppure partiamo da zero?
• A quanto ammonta il capitale iniziale? Quanta importanza assume il finanziamento dall’esterno in rapporto alle risorse possedute?
Dalle risposte a queste e ad altre domande preliminari ancora più specifiche, dipende il superamento del primo Step di valutazione. In base alle risposte date, saremo in grado di stendere una lista dei punti forti e dei punti deboli della nostra idea, con lo scopo di ottenere una prima valutazione del rischio, indentificandolo in alto, medio e basso.
Pianificare e organizzare: il businnes plan
Superata positivamente la fase preliminare, nel secondo step l’idea inizia a prendere corpo all’interno del businnes plan, il progetto d’impresa vero e proprio, finalizzato all’effettiva verifica della realizzabilità pratica dell’idea imprenditoriale in termini di convenienza economica, sostenibilità finanziaria, capacità tecnica. È dunque grazie al businnes plan che sapremo affrontare la questione cruciale, e cioè se è opportuno avviare l’attività, e, in caso di risposta affermativa, come procedere perché produca un reddito. Il businnes plan si divide in tre parti: • una parte introduttiva, nella quale il futuro imprenditore deve presentarsi, parlare di sé, delle esperienze pregresse e, soprattutto, della propria idea. • Una seconda parte di tipo tecnico-operativo, nella quale evidenziare tutti gli aspetti relativi alla fattibilità dal punto di vista funzionale ed organizzativo. • Una terza parte relativa agli aspetti quantitativi e monetari. In questa fase i dati e le soluzioni illustrate nella seconda parte vengono sottoposti al vaglio critico dei numeri, attraverso prospetti di tipo finanziario che rappresentano un vero e proprio banco di prova a cui assoggettare il progetto. Un’ultima parte, relativa agli allegati, può raccogliere ricerche di mercato, preventivi di spesa per attrezzature e impianti, preventivi dei fornitori, lettere di intenti, accordi tra imprese, reti d’impresa, ecc.
Per saperne di più su come strutturare un businnes plan, con schemi, tabelle ed esempi, vedi il Capitolo 3 del volume Home restaurant & dintorni, utile per imprese di qualsiasi settore.
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