Negozi di alimentari sempre più simili a bar e ristoranti, cade anche il “tormentone” degli arredi

Posso mangiare qui?
Svolta storica nelle dinamiche imprenditoriali del commercio alimentare. Negozi di alimentari e pubblici esercizi sono sempre più simili.Con la sentenza del Consiglio di Stato n. 2280 del 8 aprile 2019, la giurisprudenza ha scritto la parola fine ad un tormentone che si trascinava da quando, nel lontano 2006, il Legislatore nazionale ha permesso ai negozi di alimentari di vendere i loro prodotti e di farli consumare in loco, utilizzando gli arredi dell’azienda, nel rispetto delle prassi igieniche e con l’esclusione del servizio al tavolo. Mai previsione fu più osteggiata dalle burocrazie ministeriali e regionali, che hanno cercato di ostacolare le innovazioni con uno stillicidio di chiose e circolari.

Sedute scomode
Emblematico è stato il passaggio ministeriale sul tipo di arredi ammessi negli esercizi commerciali: non tavoli e sedie come in bar e ristoranti, ma sgabelli e piani di appoggio, o comunque sedute non abbinabili tra loro. Il tutto, per quanto possa sembrare assurdo, al solo scopo di rendere più scomoda la permanenza dei consumatori in questi locali.
Oggi, con la sentenza 2280/2019, il Consiglio di Stato ha finalmente archiviato la questione arredi, che possono coincidere con tavoli e sedie normalmente in uso nei tradizionali locali della somministrazione. È inoltre ammessa l’apparecchiatura e la messa a disposizione di piatti e bicchieri. Se in dotazione abbiamo anche una lavastoviglie, possiamo dire addio a piatti e stoviglie di plastica in favore di calici di vetro e piatti durevoli, a vantaggio dell’ambiente ma anche della qualità dell’offerta. L’unica differenza tra commercio alimentare e somministrazione rimane dunque il servizio al tavolo, che nei negozi non è possibile.

A quando il “titolo unico”?
Se l’attività di negozi e pubblici esercizi è ormai parificata, resta da adeguare la modalità di accesso al mercato. Nel regime attuale si deve scegliere: o si apre un negozio, o si apre un bar/ristorante. A fronte dell’attuale evoluzione del mercato, meglio sarebbe prevedere un titolo unico, una “Scia per attività alimentare”. Che poi l’esercizio possa solo vendere, solo somministrare, o fare entrambe le cose saranno i requisiti strutturali e igienico sanitari a deciderlo, unitamente al flusso di lavoro espresso nel Manuale di autocontrollo HACCP. In questo modo l’imprenditore sarà più libero di adattare l’offerta alle esigenze di una clientela sempre più esigente e dinamica.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: